Penitenza!
Parola fuori moda. Ma quando mai lo è stata?
Certamente la nostra civiltà occidentale dispone di tutti i mezzi per incitare al consumo, a favore dell’economia (intendiamoci: sempre dei paesi ricchi!). Per far progredire gli affari occorre persuadere la gente che l’uso intenso e smodato dei beni, questa orgia di consumi materiali, la renderà felice.
Godete!
Dove porta tutto questo? Chi rifiuta di lasciarsi accecare dalla pubblicità vede come l’esaltazione del benessere cova in sè la distruzione. Il nostro sviluppo si fonda sulla miseria altrui e prepara i conflitti di domani. L’uso sconsiderato dei beni di questo mondo degrada l’ambiente e mette in pericolo l’avvenire dei nostri figli. il desiderio di benessere in realtà un’idolatria dell’avere, che distrugge il nostro essere.
Qual è il cammino che abbiamo intrapreso?
“L’idea stessa della penitenza è malsana…” obiettano certi propagandisti delle moderne ideologie. È segno di regresso. Intralcia lo sviluppo dell’uomo, la sua ricerca di felicità… una felicità che in questo contesto non può che essere “privata”, esclusiva ed escludente.
Senza dubbio esiste un tipo di penitenza che può uccidere/ annientare l’uomo: quella che nasce da un malsano sentimento di colpa di fronte a un Dio visto come giudice severo e intransigente, quasi geloso della felicità umana. Ma questo sentimento in realtà non è che l’altra faccia del libero scatenarsi degli istinti… in questo senso possiamo dire che gli estremi, in un certo senso, si “toccano”!
La vera penitenza cristiana, dunque, non è negativa. È liberazione! È l’atto mediante il quale togliamo di mezzo ciò che ostacola il nostro cammino… ciò che rende difficile il nostro camminare assieme al Signore: un Dio che ha già adattato il suo passo sicuro al nostro zoppicare, la sua Parola potente alle nostre mille balbuzie…
La penitenza è la risposta all’appello a vivere veramente, non più per accumulare beni, ma per fare l’esperienza dell’incontro con gli altri e, attraverso questi, riscoprire il volto di Dio.
È la partenza per la strada del deserto, che è strada di libertà!