Non è giunto ormai il momento, per la teologia, di individuare, di smascherare, di colpire tutte quelle forme mentali, quelle tacite acquiescenze, quelle attività criminose che preparano da lontano ma sicuramente le guerre? Non è giunta l’ora di denunciare energicamente tutte quelle storture blasfeme che tentano di trascinare Dio nei labirinti dell’agguato umano? E perché tanto pochi sono gli insegnamenti sopra il delitto di Caino moltiplicato all’infinito, quando tutto lo spirito e la lettera del cristianesimo è pace, carità, primato dello spirito sulla materia, e soprattutto quando il Vangelo ha lanciato per primo il più realistico, attuale, evidente, dei moniti: “Chi di spada ferisce, di spada perisce”? […].
Se siamo un mondo senza pace, la colpa non è di questi e di quelli, ma di tutti. Se dopo venti secoli di Vangelo siamo un mondo senza pace, i cristiani devono avere la loro parte di colpa.
Tutti abbiamo peccato ogni giorno contro la pace. […]. Se la colpa di un mondo senza pace è di tutti, e dei cristiani in modo particolare, l’opera della pace non può essere che un’opera comune, nella quale i cristiani devono avere un compito precipuo, come precipua è la loro responsabilità.
don Primo Mazzolari, Tu non uccidere, 1955.