lunedì, Novembre 18, 2024

Parroco di Padova: “Non fate il presepe, è ipocrita. Gesù era un profugo”

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Una marea di insulti hanno accompagnato la provocazione di Don Luca Favarin, parrocco di Padova che su Facebook aveva scritto: “quest’anno non fare il presepio credo sia il più evangelico dei segni. Non farlo per rispetto del Vangelo e dei suoi valori, non farlo per rispetto dei poveri”.

Come ogni anno a dicembre si scatena la polemica sul presepe, simbolo tra i più strumentalizzati della tradizione cattolica. Il sacerdote, da anni in prima linea nella missione pastorale per la Diocesi di Padova a fianco dei migranti, con la sua provocazione, chiede coerenza ai valori del Vangelo.

“Se il presepe deve essere pura esteriorità, allora tanto vale non farlo”, Lo stesso messaggio è stato ripetuto su Morning Show di Radio Padova. “Lei è fuori da ogni grazia di Dio”, “Si vergogni”, “Meriterebbe la scomunica”, “Parla da politico”, sono i messaggi che il religioso ha ricevuto, insieme ai messaggi di solidarietà.

“Basta con questo inutile teatrino delle statuette di Natale”, dice il religioso intervistato. “Oggi fare il presepio è ipocrita. Il presepe è l’immagine di un profugo che cerca riparo e lo trova in una stalla. Esibire fior di statuette, facendosi magari il segno della croce davanti a Gesù bambino, quando poi nella vita di tutti i giorni si fa esattamente il contrario, ecco tutto questo lo trovo riprovevole”, continua.

Don Luca si scaglia contro il decreto sicurezza approvato pochi giorni fa dal parlamento: “Il nuovo decreto sicurezza costringe le persone a dormire per strada, quindi l’Italia si è schierata per la “non accoglienza”. Poi però, in casa, tutti bravi a esibire le statuette accanto alla tavola imbandita, al caldo del termosifone acceso”, sostiene.

“Ci vuole una coerenza umana e psicologica. Applaudire il decreto sicurezza di Salvini e mettere il presepio è schizofrenia pura. Come dire: accolgo Dio solo quando non puzza, non parla, non disturba. Lo straniero che vedo per strada, invece, non lo guardo e non lo voglio”, dice in un’intervista.

“Il presepio non è una rappresentazione teatrale. I cristiani si rendono conto che rischiano di diventare dei teatranti? Va in scena il teatrino del Natale e poi si lascia morire la gente per strada. Vorrei ricordare a questi cristiani che ci sono migliaia di Gesù-bambino in giro per le strade, sotto i ponti”, incalza il prete.

Anche alcuni politici veneti si sono scagliati contro le parole del prete: l’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan ha detto: “Questo parroco ha perso l’orientamento e mi sembra che abbia solo voglia di stupire e creare notizia se è così livoroso nei confronti del presepe, mi domando se sia lui ad aver fatto la scelta giusta”.

Duro l’intervento del senatore leghista Andrea Ostellari: “La tentazione di nascondere i simboli cristiani è vecchia quanto la Chiesa e la Chiesa le sopravviverà. Mentre fallirà il progetto di ridurla al rango di associazione benefica fra le tante. Cristo non ha cambiato la storia perché è stato il più coerente o caritatevole degli uomini, ma perché ha vinto la morte e portato su di sé i peccati di tutti: poveri, rifugiati, pubblicani, prostitute e anche ipocriti. Don Favarin faccia come crede. Io sono ipocrita? Forse, ma Cristo è nato anche per me. Quindi farò il presepe, come ogni anno, con i miei figli e mia moglie”.

 

Redazione TPI, www.tpi.it ,

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