Consapevoli che i poveri sono i primi e principali destinatari del messaggio evangelico, che è messaggio di sorellanza e fratellanza universali e perciò di liberazione dei poveri e degli oppressi, convinti inoltre che, come recita la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”, noi come cristiani/e e come cittadini/e europei/e non possiamo esimerci dall’esprimere la nostra grande preoccupazione e la più ferma condanna per quanto sta accadendo in Brasile.
Portata avanti in nome, per conto e nell’interesse dei ricchi – che non vogliono rinunciare ai propri privilegi e non accettano di ridurre il loro potere di dominio – è in atto una strenua lotta contro i poveri e quanti hanno provato a mutare le condizioni di ingiustizia che gravano sul paese.
E’ una lotta condotta senza esclusione di colpi, calpestando i diritti umani, propalando notizie false, costruendo artificiose accuse basate sull’alterazione dei fatti e sulle menzogne, ricorrendo ad ogni mezzo per tentare di discreditare chi è schierato in difesa dei poveri.
Si tratta del ripetersi di una inveterata e collaudata tecnica cui il “potere” ricorse anche contro Gesù di Nazareth che poté essere messo a morte, proprio perché era stato discreditato agli occhi delle masse.
Noi speriamo che questa volta in Brasile questo perfido gioco non riesca e facciamo perciò appello a tutte le forze progressiste affinché facciano fronte comune contro questo rischio e alle elettrici e agli elettori brasiliani perché non si lascino ingannare dalla campagna di menzogne e non soggiacciano alle intimidazioni.
E’ appena venuto alla luce lo scorso 18 ottobre che la campagna elettorale di Bolsonaro ha ricevuto un cospicuo sostegno finanziario da ambienti statunitensi in maniera illegale, tanto che è stata avanzata la richiesta di annullare le elezioni che lo hanno visto prevalere su Fernando Haddad.
Anche se vi sono i presupposi giuridici, tale richiesta ha scarsissime probabilità di venire accolta dal Tribunale Superiore Elettorale, fermamente controllato dagli avversari di Lula e del suo partito.
E’ chiaro comunque che il ribaltamento delle previsioni nel giro di un solo mese si spiega oltre che con la campagna di menzogne e le tante violazioni della legislazione brasiliana anche con l’interferenza straniera.
Ancora ai primi di settembre Lula, benché incarcerato era al primo posto nei sondaggi e vedeva crescere il suo consenso; invece il 7 ottobre Bolsonaro ha staccato di venti punti Fernando Haddad che corre alla elezione per il Partito dei Lavoratori in sostituzione di Lula impedito a parteciparvi essendo stato dichiarato ineleggibile dal Tribunale Superiore Elettorale a causa della sua proditoria incarcerazione.
La situazione è dunque critica e gravissima. Noi ne siamo fortemente preoccupati non soltanto per la doverosa solidarietà nei confronti del Popolo Brasiliano, ma anche perché quando in un Paese si viola così platealmente la legalità è in tutto il mondo che si indebolisce la forza del diritto.
E’ per questo che chiediamo ai Governi dei nostri Paesi di fare ogni sforzo per le vie diplomatiche e nelle sedi appropriate perché in Brasile si ripristini il rispetto delle Leggi.
Le Comunità Cristiane di Base europee
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