domenica, Dicembre 22, 2024

Adesso che si può odiare

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Adesso che si può odiare.
Adesso sì che.

Non dico dissentire, arricciare il naso, dissociarsi, prendere le distanze, esprimere disaccordo, preferire altro, avere gusti diversi.

No, odio.
Limpido, livido, rabbioso.

Adesso che si può odiare in libertà, senza vergogna, scrupoli o sensi di colpa, adesso sì che.

I ne_ri (che con la g facebook me lo banna), i rom, gli islamici, la Merkel, i cinesi, gli omosessuali, i radicalchic, i poteri forti, Macron, le banche, Renzi, il papà di Renzi, il Papa (Francesco, ovviamente), l’Europa, il PD, i prodotti stranieri, gli evasori (ah no, gli evasori no), i giovani che vanno all’estero, la Boldrini, il cuscus, le ONG, la Boschi, il papà della Boschi, i preti che insegnano e praticano l’accoglienza, Roberto Saviano, la libertà d’espressione, i libri, i centri sociali, chi lotta per la difesa dei diritti, le donne che non fanno figli, gli spacciatori (ma solo quelli stranieri), i kebabbari, Juncker, la scienza, i buonisti, le regole della democrazia, i giornalisti, le lauree, le associazioni di volontariato, gli ambientalisti, il sindaco di Riace, le danze etniche (beh, in effetti…), Burioni, le Istituzioni, i ladri (ma solo quelli stranieri), Chef Rubio, i magistrati, le donne che lavorano, gli intellettuali, i corrotti (ah no, i corrotti no), Mattarella, il dialogo, Pamela Anderson, gli studenti che manifestano contro il governo, gli stupratori (ma solo se stranieri, altrimenti si odia la stuprata), la competenza e la preparazione, le case farmaceutiche, Fabio Fazio, i senzatetto, la Fornero, il buongusto, il senso dello Stato, la Mafia (Mafia? Ma quale Mafia?), un vocabolario che superi le trecento parole.

Adesso che si è liberi di odiare tutto questo – e ancora molto di più – adesso che il malcontento è diventato odio, adesso sì che.

Adesso sì, che?

Che si sta meglio? Cioè odiare è la vita che volevi, la migliore che potessi sperare? Odiare ti fa sentire migliore?

E quale sarà il prossimo passo? Eliminare l’oggetto dell’odio? E se poi ce ne fosse un altro? E un altro ancora? E ancora? E se un giorno fossi tu quello da odiare e da eliminare?
Elimina l’odio, piuttosto, prima che sia troppo tardi.

Se vuoi costruire qualcosa e hai preso in mano l’odio, hai sbagliato attrezzo, quello serve solo a distruggere.

Credo profondamente nella voglia di costruire che ogni uomo e ogni donna porta con sé.
Siamo fatti per quello.
Siamo fatti per la buona volontà, per volere il buono.
Il tempo che ci è dato, così breve, ci è dato per costruire un Bene anche e soprattutto quando contrastiamo un male.
E come patiamo quando non lo facciamo o qualcuno ci toglie la possibilità di farlo.

Le ingiustizie sociali, il disagio e l’assenza di prospettive si superano solo costruendo, non odiando.
Ti han messo in mano l’attrezzo sbagliato.
Siamo fatti per ben altro che lasciare solo macerie.

 

don Cristiano Mauri
Don Cristiano Mauri è prete della Diocesi di Milano dal 2005. Si è occupato di pastorale giovanile nella città di Meda fino al 2015. Attualmente è Rettore del Collegio Arcivescovile A. Volta di Lecco. È autore dal 2011 del blog «La Bottega del Vasaio». Scrive di umanità e di Vangelo.

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