“Ecco perché sull’Ilva ho divorziato dal M5S”, così commenta frate Ettore Marangi le ultime decisioni sul mostro del metallo di Taranto.
“Con riferimento all’Ilva, ci impegniamo, dopo più di trent’anni, a concretizzare i criteri di salvaguardia ambientale secondo i migliori standard mondiali a tutela della salute dei cittadini del comprensorio di Taranto, salvaguardando i livelli occupazionali e promuovendo lo sviluppo industriale del Sud, attraverso un programma di riconversione economica basato sulla chiusura delle fonti inquinanti, per le quali è necessario provvedere a bonificare…”.
Questo c’era scritto nel contratto di governo fra M5S e Lega. Da quelle righe i cittadini di Taranto, che avevano votato in massa il M5S (sfiorando il 50%), attendevano la chiusura della più grande fonte inquinante del territorio: l’Ilva, industria al centro di un processo per disastro ambientale che si celebra in questi mesi.
La chiusura e riconversione non c’è stata.
L’Ilva passa alla multinazionale Arcelor Mittal.
Dopo tanta retorica sul fatto che l’Ilva fosse una industria di interesse strategico nazionale, la si è data a una multinazionale straniera, dimostrando che le ragioni di interesse strategico nazionale erano un pretesto per generare decreti a ripetizione salva-Ilva.
Questo governo non ha tolto neppure uno di quei decreti-legge dei precedenti governi (che il M5s aveva aspramente criticato).
L’esecutivo ha portato a compimento quello che era stato programmato in precedenza, dicendo che non si poteva fare altrimenti. Non ha cancellato neanche la tanto contestata “immunità penale” garantita a chi gestisce l’Ilva. Copre per tutto il tempo del piano ambientale, chi gestisce la fabbrica, bloccando la magistratura fino al 2023, anno in cui dovrebbero terminare (in teoria) lavori di messa a norma.
Una volta dato il disco verde alla continuazione della produzione, non è stato rispettato neppure l’impegno del contratto di governo finalizzato ad applicare “i migliori standard mondiali a tutela della salute dei cittadini del comprensorio di Taranto” dato che il governo si è rifiutato persino di effettuare una valutazione preventiva dei danni sanitari connessi all’inquinamento dell’Ilva.
Era una richiesta di tutte le associazioni ambientaliste e della Fiom.
Si è voluto proseguire un esperimento chimico al buio, basato su impianti non a norma e senza prevedere quante vittime ci saranno. Il governo ha affidato tali impianti (attualmente posti sotto sequestro penale) a una multinazionale non amata nel mondo per via dell’inquinamento di alcune sue fabbriche.
Il governo ha, inoltre, concordato con questa multinazionale un “addendum” al piano ambientale che renderà più facile l’aumento della produzione, con conseguenti incrementi dell’inquinamento, a livelli che l’Arpa Puglia cataloga con una definizione inequivocabile: “rischio cancerogeno non accettabile”.
Tutto questo in cambio di “filtri” contro le polveri che dovrebbero ridurle del 30% (a fronte di un potenziale incremento produttivo del 66%).
A questo cambiamento di rotta del M5S sono seguite vivaci contestazioni. Fra queste c’è quella di Ettore Marangi, frate francescano missionario che vive a Nairobi. Frate Ettore è stato definito un “cinque stelle pentito”. “Sono stato molto vicino a questo movimento – dice – sin dai suoi esordi, specialmente in Puglia, poi ho divorziato.
Perché sono stato vicino ai cinque stelle?
Perché hanno rappresentato l’unica alternativa a un sistema di sfruttamento, soprattutto della nostra terra, della Puglia”. E aggiunge: “Si erano impegnati sulla riconversione dell’Ilva, ma hanno tradito. È evidente che hanno detto delle cose e ne hanno fatte altre”.
E cosa pensa dei parlamentari pentastellati? “Io credo – dice – che i parlamentari pugliesi sono scocciati, in questo momento, della piega che ha preso la situazione”.
La sua ricetta è francescana: “Io credo che ci voglia una spiritualità anche laica perché ci si possa distaccare dal potere. Altrimenti quando stiamo senza potere siamo bravissimi, una volta che arriviamo in Parlamento questi sono i risultati”.
E conclude: “Bisogna distaccarsi dal potere e rinascere per essere fedeli ai propri ideali. Io darei un bel consiglio ai parlamentari pugliesi a cinque stelle: dimettetevi e ricominciate da zero. Sarete senza posto in Parlamento ma sarete vivi. Così rischiate di diventare dei morti che camminano, degli zombi viventi”.