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| L’allora nunzio apostolico negli Usa Carlo Maria Viganò premia il cardinale McCarrick (2 maggio 2012), fonte: Vatican Insider, 31/08/2018 | 
La testimonianza dell’arcivescovo Viganò sta alla crisi degli abusi  sessuali del clero come Oliver Stone all’assassinio del presidente John  Kennedy: abbiamo un trafficante di teorie cospirazioniste che mescola  fatti, finzione e veleno per produrre qualcosa di esplosivo ma anche  sospetto. 
Quando si finisce di leggerla, come per il film di Stone  “JFK”, si può solo concludere che il prodotto ci dice di più sull’autore  che sul tema. Viganò ha certo ragione sul fatto che il card. Sodano, a  lungo segretario di Stato sotto Giovanni Paolo II, fosse un protettore  del vecchio cardinale caduto in disgrazia, McCarrick. Anche Stone  riconobbe che l’assassinio avvenne a Dallas. Ma perché Viganò non cita  il ruolo chiave svolto dal card. Dsiwisz nel proteggere McCarrick?
Viganò afferma che papa Francesco ha revocato le sanzioni  contro McCarrick imposte da papa Benedetto. E il titolo dell’articolo di  Edward Pentin che ha dato la notizia di questa testimonianza recita  «L’ex nunzio accusa papa Francesco di non avere agito sull’abuso di  McCarrick». 
Ma Francesco ha agito. È lui che ha rimosso McCarrick dal  ministero a giugno. Il punto centrale di questa testimonianza è che  Benedetto avrebbe emesso sanzioni contro McCarrick: «Il cardinale doveva  lasciare il seminario in cui viveva, gli veniva proibito di celebrare  in pubblico, di partecipare a pubbliche riunioni, di dare conferenze, di  viaggiare, con obbligo di dedicarsi a una vita di preghiera e di  penitenza», scrive Viganò. Durante il papato di Benedetto, però, ho  visto con i miei occhi McCarrick celebrare messa in pubblico,  partecipare a riunioni, viaggi, ecc. Di più: lo ha visto anche papa  Benedetto! Se ha imposto queste sanzioni, certamente non le ha  applicate. Ha continuato a ricevere McCarrick con il resto della Papal  Foundation, ha continuato a permettergli di celebrare messa in Vaticano,  anche concelebrando con lui in eventi come i concistori. Ma, come dice  Viganò, è tutta colpa di papa Francesco.
Viganò è più che un po’ ossessionato dall’omosessualità e  cita prelati che accusa di appoggiare i tentativi di «sovvertire la  dottrina cattolica sull’omosessualità». Il regista Stone era  ossessionato dalla collinetta erbosa.
Ripensando ai miei giorni in  seminario, se uno dei seminaristi avesse dato prova di questo tipo di  ossessione, facendo affermazioni selvagge sull’omosessualità, le sue  cause e i suoi effetti, ignorando i dati scientifici e psicologici più  recenti, noialtri ci saremmo guardati e qualcuno avrebbe detto: «Vorrei  dare un’occhiata al suo carnet da ballo». Qualcosa di simile sta andando  in scena questa estate. I vescovi e gli arcivescovi parlano di  omosessuali con tale odio, che ti chiedi come un ministro del Vangelo  possa parlare così male di altri esseri umani ma poi capisci: non stanno  parlando di altri. E devi chiederti se quello che hai sotto gli occhi è  l’espressione dell’odio di sé.
Purtroppo, il tessuto di disinformazione di Viganò lascerà  il segno. Nel mezzo di una frenesia di informazione, nessuno si ferma  per fare domande basilari e persino i giornalisti possono dimenticarsi  di svolgere compiti basilari come chiedere conferme o guardare alle  domande che un testo come quello di Viganò pone. Ecco alcune delle mie  domande:
Viganò dice che deve alleggerire la sua coscienza ora.  Perché ora? Se si sentiva turbato dalla sporcizia che sostiene esserci  stata, perché non ha detto nulla pubblicamente o non ha parlato almeno  alla Conferenza episcopale? Alcuni anni fa, in una riunione della  Conferenza episcopale, mi trovavo a chiacchierare con un monsignore  della nunziatura. Stava aspettando Viganò che era a una seduta esecutiva  dell’assemblea episcopale. Perché non ha detto niente allora?
Se, come sostiene, McCarrick ha avuto una così grande  influenza su Francesco, come spiega la zuffa tra McCarrick e i vescovi  argentini su p. Carlos Buela e l’Istituto del Verbo incarnato? Quando i  vescovi argentini, sotto la guida dell’allora cardinale Bergoglio,  rifiutarono di ordinare i seminaristi del Verbo incarnato, McCarrick  intervenne per farlo. McCarrick non aveva nulla a che fare con la scelta  del vescovo Cupich come arcivescovo di Chicago, né con l’arcivescovo  Joseph Tobin che andava a Newark. È vero che queste importanti sedi sono  state occupate senza il consenso o il contributo del nunzio, il che  dice solo che Francesco ha riconosciuto quanto fosse malato ben prima di  noi. Il mio cane Ambrose ha più influenza su papa Francesco di quanta  non ne abbia McCarrick.
Viganò per la sua cospirazione arriva anche a reclutare il  defunto p. Bob Drinan e i firmatari della dichiarazione Land O’ Lakes  del 1967 sull’istruzione superiore cattolica. Ma davvero? Mi viene in  mente una vecchia battuta di Joan Rivers (attrice comica statunitense, ndt)  sul fatto che un UFO non è mai atterrato ad Harvard o a Yale o a  Stanford. Sono sempre tre bifolchi che scolano birra in un pick-up:  «L’ho visto! Eccolo!». Church Militant, la Cardinal Newman Society,  LifeSiteNews, questi sono gli ubriaconi della Chiesa ed è chiaro da  tempo che Viganò vede le cose come questi personaggi. Ricordate come ha  cercato di rovinare un altro viaggio papale? È stato lui che nel 2015 ha  portato Kim Davis, l’impiegata alla contea del Kentucky, che aveva  rifiutato di rilasciare licenze di matrimonio a coppie omosessuali, a  incontrare Francesco e presentarla falsamente come una sostenitrice  della libertà religiosa. In realtà, Davis fu mandata in prigione perché  aveva cercato di imporre le sue opinioni religiose agli altri. E, come  ha sottolineato il mio collega Joshua McElwee, sappiamo quanto a Viganò  importi delle vittime degli abusi sessuali del clero. Nel Minnesota,  Viganò incoraggiò il vescovo ausiliare Lee Piche a distruggere i  documenti relativi alle indagini sull’arcivescovo John Nienstedt.
Viganò è un ex dipendente frustrato. Queste persone sono  sempre un po’ arrabbiate. Sono anche spesso un po’ inaffidabili. È un  pazzoide. Ma non fraintendetemi: questo è un attacco coordinato a papa  Francesco. 
È in atto un colpo di Stato e se i vescovi statunitensi, come  organismo, non difendono il Santo Padre in breve tempo, scivoleremo  verso lo scisma molto prima dei vescovi che si incontreranno a novembre. 
I nemici di Francesco hanno dichiarato guerra.  
(Michael Sean Winters, Adista Documenti   n° 30 del 08/09/2018)