“SCEGLIETE  OGGI DA CHE PARTE STARE!“ La fortissima testimonianza dei cristiani di  Catania è risuonata alla Messa della comunità della Cita in un viva-voce  che tutti ha commosso. Mentre dalla Bibbia si ascoltava l’esperienza  dell’assemblea dei credenti di Sichem spinti da Giosuè a decidersi con  coraggio: “scegliete oggi chi volete servire!“, i fedeli di Marghera  sono stati provocati da alcuni parrocchiani di Catania, da giorni al  molo spinti dal vangelo dell’accoglienza. 
“SCEGLIETE  OGGI chi volete servire!” Se la giustizia oggi dimostra coraggio  nell’indagare per sequestro di persona per chi ha tenuto in ostaggio  questi esseri umani, la coscienza dei credenti oggi brilla nella scelta  coraggiosa della Conferenza Episcopale di accogliere i fratelli e  sorelle eritrei, chiaro schiaffo ad una gestione fallimentare della  politica italiana sui profughi. 
“SCEGLIETE  OGGI”: è l’amen di ogni eucarestia domenicale, come ricordava mons.  Montenegro: “non si può essere cristiani a metà. Se fossero stati  animali non sarebbero stati abbandonati!” 
“SCEGLIETE  OGGI” : alla scelta della Chiesa deve seguire la scelta dei singoli  “parrocchiani” di San Pietro di Catania, della Resurrezione di Marghera,  di ogni comunità cristiana che alla domenica manifesta la sua fede in  chiesa. 
“SCEGLIETE  OGGI” come ha scelto da che parte stare Adriana, Luciano, Piero e Luigi  che ci ha inviato questa originale riflessione, ottimo spunto per le  omelia di oggi di noi presto: di oggi: “Il ministro ha perso, i fratelli  che sono sulla Diciotti scenderanno tutti, il braccio di ferro non è  servito a niente, ha prodotto solo sofferenza, sconcerto, lacerazioni,  ha sbriciolato la residua credibilità internazionale di un paese intero.  
Ma gli sono vicino perchè ha perso, perchè perdere è il risultato del  guardare in faccia la realtà, l’accorgersi che la realtà è più forte  delle proprie pretese, delle proprie illusioni, del proprio delirio di  onnipotenza. 
Perdere è una tappa fondamentale del passaggio  dall’infanzia all’età adulta, è prendere coscienza dei limiti, é  riconoscersi deboli come gli altri, bisognosi come gli altri.  
È  riconoscere di vivere sulla stassa barca, sotto la stessa luna, quella  luna che stasera si è alzata sulla nave Diciotti e sui volti dei suoi  ospiti così come sui nostri volti. 
Erano volti che non potevamo  incontrare, ma che ora torneranno ad incrociare volti sulla terraferma,  permettendo di riconoscerci di nuovo, tutti, finita la separazione,  degni di rispetto. 
Spero che il ministro se ne sia accorto, che oggi ha  perso”.
don Nandino Capovilla, bocchescucite.org 
