domenica, Dicembre 22, 2024

Prospettive teologiche per un sacerdozio della donna

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Condivido con voi una parte di una bella riflessione del teologo Leonardo Boff sulla necessità di prendere seriamente in considerazione il sacerdozio femminile nella Chiesa e, più in generale, il ruolo della donna che deve cambiare… non per necessità ma per fedeltà al Vangelo.

Ringrazio Antonietta per avermi segnalato queste pagine.

don Paolo Zambaldi
 

“(…) Le riflessioni fin qui sviluppate fanno capire che parlare del sacerdozio della donna non significa semplicemente rivendicarle un posto che per secoli le fu negato. Si tratta invece di analizzare se, nella fase di sviluppo della nostra società in cui la donna assume una parità con l’uomo, le spetta pure un ruolo sacerdotale.


Tra i molti compiti che la donna sta svolgendo nella società e nella Chiesa le spetta pure il sacerdozio? Oppure questo è un limite invalicabile? Abbiamo notato che dal punto di vista dogmatico non ci sono barriere dottrinali. Le discriminazioni contro la donna nella società civile stanno a poco a poco ma naturalmente scomparendo. La Chiesa cattolica, come corpo sociale, nell’organizzazione del suo potere e nell’esercizio delle sue responsabilità pastorali, cambierà oppure resterà una trincea di conservatorismo e un ristretto ambiente poggiato su strutture di un mondo definitivamente passato?

Gli uomini di oggi comprendono molto bene, e non senza il contributo degli ideali cristiani, che il bene dell’uomo e della donna sono interdipendenti, che ambedue resteranno pregiudicati se, in una qualsiasi comunità, uno di essi non potrà portare il contributo di tutta la ricchezza delle sue potenzialità.

La chiesa stessa resterebbe sminuita nel suo corpo organico se nelle sue istituzioni non concedesse spazio alla ricchezza della donna con la sua maturazione nella fede. Anche se vi fosse un numero sufficiente di sacerdoti e se nella chiesa rifiorisse un laicato adulto, il quale in ragione della propria fede non per della gerarchia portasse avanti la causa di Cristo nel mondo, avrebbe senso porre la domanda per uno status della donna di fronte al sacerdozio. Senza la donna ci sarebbe un vuoto nella chiesa, ossia la mancanza di una ricchezza che solo lei può offrire e nessun altro.

Non si tratta evidentemente di descrivere la funzione della donna nella Chiesa. Sarebbe un fatto esterno e perciò oppressivo perché verrebbe stabilito un ruolo predeterminato in cui si vorrebbe trovasse posto la donna. La strada da percorrere deve essere esattamente l’inverso, perché tutti rifiutano con giusta ragione, una funzione prestabilita. Bisogna aprire gli occhi sulla nuova autocoscienza che le donne si conquistano e sul processo sociale esteso a tutti i settori che tende a non privilegiare più uno dei due sessi. Perciò bisogna far attenzione alla nuova funzione dei sessi e non alla funzione dell’uomo e della donna. Il compito è quello di creare una società diversa. Se non sarà modificata la funzione dell’uomo non sarà modificata neppure quella della donna e viceversa. Si dovrà inoltre far prendere coscienza della funzione propria e specifica dei sessi nella loro particolarità, e da questo potranno essere desunte le nuove funzioni anche nella Chiesa.

Questo compito è affidato alle donne stesse. Non riceveranno più come imposto quello che loro stesse devono compiere. 

Oggi tutti noi, uomini e donne, stiamo cercando la nostra identità in un processo sociale che risulta sempre più accelerato. 

Bisogna essere pazienti per non dare risposte affrettate e inadeguate. 

Compito della teologia non è quello anzitutto di stabilire il cammino da percorrere, ma di permettere che le nuove esperienze, condotte avanti nell’amore silenzioso di Dio, si sviluppino da se stesse, facendo capire il senso di direzione intrapreso. La teologia accetterà il mutamento della coscienza umana come una sfida e come una possibilità di nuove incarnazioni del messaggio cristiano. Il cristianesimo non si sceglie un mondo per sé, è invece il mondo intero che diviene possibilità concreta di realizzazione storica.

La trasformazione avviene non solo all’interno della cultura, per la donna, ma anche nell’ambito della chiesa di fronte ai suoi ministeri. Senza dubbio un ripensamento su i servizi e le diaconie nella chiesa potrà allargare l’orizzonte in modo poter comprendere anche il valore di partecipazione della donna per il bene di tutta la comunità ecclesiale. (…)”

(Leonardo Boff, Ecclesiogenesi)


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