venerdì, Novembre 22, 2024

La mossa del lupo

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).
La SVP perde il pelo ma non il vizio: approfitta della distanza nel governo tra Lega e M5S – e della scissione nei 5Stelle altoatesini – per imporre la sua agenda a Roma. 
Anni fa mi raccontavano di un professore tedesco, lettore di madrelingua in un’università italiana, che commentando l’astensione della SVP nell’ultimo voto di fiducia al governo Berlusconi – la cui sorte era appesa a un filo – sentenziò: Sudtirolesi Venduti Prezzolati”. Di governi nati e caduti, maggioranze variabili, premier che si susseguono, la Südtiroler Volkspartei ne ha visti una miriade. Il partito più longevo del Parlamento italiano, ambasciatore degli interessi esclusivi dei sudtirolesi, è abituato a confrontarsi con interlocutori di ogni colore – pur di portare a casa una qualche norma di attuazione o competenza per la Provincia Autonoma. Cosa poteva dunque mai rappresentare di così temibile l’esecutivo giallo-verde? Un governo dove il Presidente del Consiglio è latitante, oscurato dall’onnipresente vicepremier Matteo Salvini? Non passa giorno che non emerga, dai retroscena delle cronache parlamentari, un tema che segni la distanza tra Lega e Movimento Cinque Stelle: dai voucher nel “decreto dignità” alla gestione dei porti italiani, dai vaccini al censimento dei rom, dal reddito di cittadinanza alle famiglie arcobaleno. Un governo con due anime distinte – e due agende contrapposte.

Lupo is the new toponomastica

In questa afosa e temporalesca estate, a distanziare il partito del navigato Salvini dal movimento del principiante Di Maio, si aggiunge il lupo. Il ministro all’ambiente Sergio Costa (M5S) ha annunciato l’intenzione di impugnare di fronte alla Corte costituzionale le leggi provinciali di Trento e di Bolzano che aprono alla possibilità di abbattimenti selettivi dei grandi carnivori: Non si possono uccidere lupi e orsisostiene Costa, “l’ipotesi dell’abbattimento è totalmente inaccettabile” gli fa eco un altro ministro pentastellato, il deputato trentino Riccardo Fraccaro. Contrarissima all’impugnativa, invece, è la Lega. Per il sottosegretario Maurizio Fugattiil comportamento del ministro Costa è imbarazzante: fa parte di un governo che ha fatto della democrazia diretta un cavallo di battaglia, come può opporsi a una legge votata dal Consiglio di una Provincia autonoma?”. A stoppare la fuga in avanti dei Cinque Stelle ci pensa pure la ministra agli affari regionali Erika Stefani, sempre in quota Lega, che auspica “ci siano i margini per trovare la migliore soluzione possibile che tenga conto delle fondate paure dei cittadini trentini”. Domani l’assessore all’agricoltura del Trentino, Michele Dallapiccola, incontrerà il ministro all’ambiente Costa a Firenze.

Divide et impera

Non ci sarà l’assessore sudtirolese Arnold Schuler che si affida al collega di Trento: l’obiettivo è una norma per consentire al Trentino-Alto Adige una gestione più autonoma di orsi e lupi. Si cerca il dialogo soprattutto con la Lega – un partito che ha confidenza con le baionette – inserendosi nella frattura con il MoVimento. E in quelle al suo interno. Mentre il consigliere provinciale trentino dei 5 Stelle Filippo Degasperi ha votato contro la legge su lupi e orsi, in Sudtirolo l’ormai ex-consigliere M5S Paul Köllensperger​ era assente al momento del voto in aula. Troppo impegnato a comporre il suo “team” per le elezioni provinciali, ovvero una lista civica tedesca autonoma da Di Maio che vuole “mitregieren“? Tra i due litiganti il terzo gode, e la Volkspartei nel divide et impera ha sempre dimostrato un raro talento.
(Valentino Liberto, salto.bz, 11.07.2018)

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