sabato, Novembre 23, 2024

Gli eredi, il mausoleo e il papa…

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Per la Chiesa di Madrid la tomba del dittatore Franco può essere rimossa

MADRID-ADISTA. La Chiesa madrilena non si opporrà all’esumazione della salma del dittatore Francisco Franco. Le sue spoglie riposano nell’abbazia della Santa Croce della Valle de los Caídos (municipio Sal Lorenzo, Madrid), la cui costruzione (1940-58) volle proprio Franco e che dal 1957 è patrimonio nazionale. Il dittatore è tumulato ai piedi dell’altare maggiore della basilica. La Valle de los Caídos – la più grande fossa comune di Spagna con circa 34 mila combattenti della Guerra civile sepolti, quasi la metà senza nome – è quello che Franco voleva che fosse: un monumento che lo immortalasse. Proprio per questo la Valle è ritenuta da tantissimi spagnoli una vergogna per la democrazia e da anni si tenta di rimuovere da lì le spoglie del dittatore. Ora che i socialisti, con Pedro Sanchez, sono tornati al governo (non per elezione ma perché firmatari e vincitori della mozione che ha messo in minoranza il “popolare” Rajoy), si è riaperto il dibattito sulla Memoria Storica, come una delle riforme prioritarie «per ampliare diritti e stabilire misure in favore di coloro che hanno sofferto persecuzione e violenza durante la guerra civile e la dittatura» e per ottenere la condanna penale per il reato di apologia di fascismo. Fra queste misure rientra la traslazione dei resti di Franco in altro luogo.
Cosa finora non semplice a causa di un conflitto di competenze tra Stato e Chiesa. Il Concordato fra Spagna e Santa Sede riconosce alla Chiesa la giurisdizione sui luoghi di culto e sui cimiteri, comprese esumazione e traslazione di resti, e l’abbazia della Santa Croce è luogo di culto e cimitero. Per questo motivo la Commissione di Esperti per il futuro della Valle de los Caídos voluta nel 2011 dal socialista José Luis Rodríguez Zapatero, allora primo ministro, considerava «complicato» il trasferimento della salma di Franco.
Ora però le cose si sono fatte più semplici: l’arcivescovo di Madrid, card. Carlos Osoro, avrebbe dichiarato, secondo quanto risulta al quotidiano La Razón (oggi) che «non ha alcun interesse» ad opporsi alla traslazione della salma di Franco, disposto anzi a collaborare per una soluzione consensuale. «La comunità è lì per pregare – avrebbe detto – non per essere un agente politico».
Per attuare la riesumazione dei resti del dittatore ora servirà un progetto di legge o un decreto sulla base di una proposta già presentata dal Psoe in Parlamento nel dicembre scorso che ebbe il voto contrario del Ppe e di Ciudadanos a motivo del costo previsto (214 milioni di euro) ritenuto troppo elevato.

(Eletta Cucuzza, Adista, 18/06/2018)

I nipoti del dittatore Franco contro l’esumazione della salma. E chiedono l’intervento del papa

MADRID-ADISTA. I sette nipoti del dittatore spagnolo Francisco Franco, deceduto il 20 novembre 1975 e sepolto nella basilica della Valle de los Caídos, si oppongono all’esumazione dei resti del congiunto (v. articolo Adista riportato sopra). Hanno comunicato la loro determinazione alla Santa Sede con un lettera siglata davanti ad un notaio perché, hanno fatto sapere, «in caso l’esumazione avvenga, rimanga prova della loro opposizione previa» e sia base per l’impugnazione dell’atto cui che è ormai determinato il governo del socialista Pedro Sanchez.
Ma c’è dell’altro. Tanto l’arcivescovato di Madrid quanto la Conferenza episcopale spagnola avevano dichiarato che non si sarebbero opposti alla traslazione della salma in altro luogo, traslazione che non potrebbe avvenire senza il consenso delle autorità religiose essendo chiese e cimiteri di pertinenza ecclesiale. I parenti del dittatore, rappresentati dal generale Juan Chicharro, presidente della Fondazione Francisco Franco, hanno però ricordato che la custodia della basilica è affidata alla comunità benedettina e che questa dipende esclusivamente dal papa. «Il luogo dove si trova la tomba di Franco, fra l’altare maggior e il coro, è parte della basilica – ha precisato – e, in base agli accordi del 1979 fra la Chiesa e lo Stato, è inviolabile», e dunque delle due l’una: «O si modifica il Concordato o il papa dà ordini in questo senso».

(Eletta Cucuzza, Adista, 03/07/2018)

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