Quando papa Francesco visiterà Dublino per partecipare all’Incontro  Mondiale delle Famiglie atterrerà in un’Irlanda che alla prova delle  urne ha espresso la sua insoddisfazione verso la visione cattolica della  sessualità, approvando nel 2015 il matrimonio omosessuale e, lo scorso  mese, la legalizzazione dell’aborto attraverso il voto popolare, due  episodi che testimoniano del crescente divario tra i cittadini irlandesi  e la Chiesa. Nel tentativo di colmare tale divario, gli organizzatori  dell’Incontro Mondiale delle Famiglie hanno annunciato che padre James  Martin SJ, il redattore del nostro settimanale noto per il suo ministero  rivolto ai cattolici e alle cattoliche LGBT, farà un intervento: “Gli  organizzatori mi hanno chiesto di parlare di come le parrocchie possono  accogliere le persone LGBT, i loro genitori e le loro famiglie. Spero  di condividere con chi mi ascolterà le ‘buone prassi’ di quelle  parrocchie che hanno integrato con successo le persone LGBT”.
L’annuncio è stato dato lo scorso lunedì [11 giugno]: padre Martin parlerà “di come le parrocchie possono sostenere le famiglie che hanno al loro interno persone LGBTI+”. All’Incontro sarà presente papa Francesco, che visiterà l’Irlanda dopo i due referendum sul matrimonio omosessuale e l’aborto: “La visita del Papa a Dublino non deve essere un evento unico, subito  dimenticato: essa cade nel momento in cui la Chiesa irlandese sta  lottando per trovare un nuovo posto nella società e nella cultura del  Paese, un posto molto diverso da quello dominante del passato” ha dichiarato l’arcivescovo Diarmuid Martin.
Secondo il comunicato, più di 30.000 persone si sono registrate  all’Incontro, il numero più alto da quando la manifestazione è stata  lanciata a Roma nel 1994 da Giovanni Paolo II. L’attenzione sarà puntata  sull’Amoris Laetitia, la lettera del Papa sulla vita  famigliare. Più di duecento relatori (quasi la metà saranno donne)  parleranno di preparazione al matrimonio, matrimonio cristiano e  trasmissione della fede in famiglia, oltre che di cura della creazione,  affari e sport.
All’ultimo Incontro Mondiale delle Famiglie (Philadelphia 2015) le  tematiche LGBT sono state perlopiù assenti dal programma ufficiale; gli  organizzatori di Dublino, invece, hanno annunciato già da mesi che  pensavano di includere nella manifestazione il tema delle famiglie con  persone LGBT, cosa che non è stata priva di controversie. La scorsa  estate gli organizzatori hanno diffuso un libretto, un capitolo del  quale riguardava le persone LGBT, corredato di immagini di coppie  omosessuali: “Mentre la Chiesa proclama l’ideale del matrimonio come  impegno permanente tra un uomo e una donna, esistono altre unioni in  cui [le coppie] si offrono sostegno reciproco. Papa Francesco ci invita a  non escluderle, ma anzi di accompagnare anche queste coppie amandole,  sostenendole e prendendosene cura” si legge nel documento.
All’inizio del 2018, però, le immagini sono state rimosse e il testo  modificato in seguito alla campagna negativa di un gruppo antiabortista  canadese. Secondo padre Martin, alcuni prelati esprimono ancora disagio  quando si tratta di accogliere le persone LGBT nella Chiesa: “Questo  è tragico. Perché non dovremmo aiutare un battezzato a sentirsi  integrato nella sua Chiesa? L’argomentazione secondo la quale queste  persone sarebbero ‘peccatrici’ elude la questione, perché peccatori lo  siamo tutti. Dobbiamo considerare le persone LGBT membri a pieno titolo  della Chiesa in virtù del battesimo. Devono sapere che Dio le ama e la  loro Chiesa le accetta”.
Cosa stanno cercando di comunicare gli organizzatori dell’Incontro  invitando un sacerdote in prima linea per le persone LGBT? Per padre  Martin è chiaro: “È un messaggio esplicito diretto ai cattolici e alle  cattoliche LGBT: voi siete una parte importante della Chiesa. Sono  immensamente grato per questo invito, non tanto per il riconoscimento a  quello che faccio e scrivo, ma per il messaggio implicito rivolto ai  cattolici LGBT, un gruppo di persone che per molto tempo si sono sentite  escluse. Spero che questo invito, che ha dovuto essere approvato dal  Vaticano, venga visto come un segno inequivocabile di accoglienza da  parte della Chiesa”.
(Michael J. O’Loughlin pubblicato sul sito del settimanale gesuita  America (Stati Uniti) l’11 giugno 2018, liberamente tradotto da Giacomo  Tessaro)
Michael J. O’Loughlin è il corrispondente nazionale del settimanale America. Twitter: @MikeOLoughlin
