I vescovi francesi hanno deciso di investigare quale sia l’atteggiamento dei cattolici nei confronti dei migranti e dell’accoglienza. Per farlo, si sono rivolti a un importante istituto di ricerca – l’Ifop.
I dati rivelano un approccio piuttosto prudente e tiepido, dominato da ambivalenza e preoccupazione, non schierato apertamente né da una parte (la chiusura delle frontiere) né dall’altra (l’accoglienza).
In particolare, i grafici rivelano una spaccatura. I cattolici di Francia sono divisi sugli effetti della globalizzazione: il 49% ne valuta negativamente l’impatto. La comunità cattolica di Francia è spaccata in due rispetto ai temi delle frontiere e della multiculturalità e che, come tutti i francesi, anche i cattolici sono preoccupati per l’identità. A questo interrogativo, rispondono in maniera divisa: se il 47% pensa che stia scomparendo, esattamente un altro 47% pensa il contrario.
Più di otto cattolici su dieci sono convinti che l’immigrazione sia aumentata drasticamente negli ultimi cinque anni. La maggioranza sostiene che i migranti fanno sforzi per integrarsi nella società francese, ma solo l’8% dei cattolici è fortemente convinto che la maggior parte dei migranti che vengono in Francia riusciranno a integrarsi.
Riguardo poi alla politica migratoria, il 61% non è d’accordo con la proposta di chiudere completamente le frontiere agli immigrati, ma il 58% respinge la tesi secondo cui la Francia ha le risorse economiche e finanziarie per ospitare i migranti e, quindi, ha l’obbligo di farlo. Questa ambivalenza pone i cattolici a sposare nei dibattiti le posizioni per lo più moderate in materia d’immigrazione. Resta il fatto che i cattolici sono più impegnati ad accogliere i migranti rispetto al resto della popolazione francese.
(Adista, 13/06/2018)