“Comunità alternativa” è una definizione di forte potere critico: contesta qualsiasi figura di Chiesa troppo appiattita sulla sola amministrazione della propria struttura sociale,
è decisamente contraria ad una Chiesa “supermarket del religioso”, “mercato”, “stazione di servizio”;
è contraria ad una chiesa “usa e getta” dove il consumatore è padrone,
dove non esiste un serio cammino di sequela,
dove l’ascolto della Parola è diventato una pratica per pochi,
dove il cammino di fede è relegato alla sfera del privato…
dove manca una dimensione comunitaria!
La comunità alternativa è sempre critica verso un’istituzione che sembra aver dimenticato le azioni e le ragioni che fondano il suo essere Chiesa:
l’ascolto della Parola,
la celebrazione dei sacramenti ,
la testimonianza di vita.
É critica verso un’istituzione che non è più capace di porsi nella società come presenza profetica.
Al contrario, la comunità alternativa è la visione della Chiesa così come dovrebbe essere, come il suo fondatore l’aveva immaginata:
una Chiesa capace di porsi nella società come “città sul monte”, “lampada che illumina”, presenza sociale netta e ben definita…
Gruppo che, nel suo modo di strutturare le proprie forme organizzative, la propria identità, si pone in alternativa alla logica della società nella quale vive.
In questa logica, la Parola è assunta come principio e criterio della vita cristiana… non solo a livello individuale, ma soprattutto e primariamente a livello comunitario, pubblico e sociale.
COME ACCOGLIERE LA PROVOCAZIONE CHE CI VIENE DALLA PRESENTAZIONE DI UNA “COMUNITÀ ALTERNATIVA”?
Con un programma articolato e concreto che:
Assumendo la Parola di Dio come principio e criterio di vita cristiana, non dimentica ed anzi accentua e approfondisce le ragioni che fondano l’essere stesso della Chiesa:
– ascolto della Parola con tutte le sue implicazioni;
– la celebrazione dei sacramenti con tutte le sue esigenze;
– una presenza profetica in alternativa alla logica della società nella quale vive.
Sono i versanti della nostra verifica, ma sono anche i versanti della nostra programmazione.
don Paolo Zambaldi