Mi chiedo se qualche alto prelato si sia mai fatto un giro su internet per “toccare” con mano l’umanità delle persone che scrivono su Gionata e Gabriel e sulle “critiche” accorate che rivolgiamo loro affinchè la Chiesa cattolica possa continuare ad essere Maestra ed evitare che tanti, troppi, emarginati, non solo escano da questa e ci odino in quanto Cristiani, ma peggio ancora si tolgano la vita, come le migliaia di vittime omosessuali documentate dalla cronaca. Letto questo, qualche alto prelato farebbe bene ad incontrare qualche persona omosessuale (come certi sacerdoti ispirati fanno) per comprendere la dimensione totale della Creatura che ha davanti traendone, magari, qualche insegnamento positivo.
Il sinodo giovani è certamente un’apertura di Papa Francesco che (non vorrei sbagliarmi) credo non abbia precedenti. Dare loro voce (e penna) è “sfidarli” a mettersi in gioco e non sentirsi relegati a spettatori inermi, ma protagonisti attivi nel cambiamento della Chiesa. La divisione dei giovani tra “conservatori” e “progressisti” sottolineata da alcuni accentua ancora di più la non facile scelta che il Papa e le altre figure coinvolte dovranno compiere; perchè in ogni caso una risposta CHIARA deve essere data non solo a questi giovani, ma a tutti i Cristiani. Sarà quindi indispensabile sforzarci di pregare affinchè lo Spirito Santo guidi sulla direzione da prendere. E probabilmente ci vorranno anni prima di arrivare ad un documento chiarificatore.
Nel frattempo di acqua sotto ai ponti ne passa eccome, così come i nostri giorni passano inesorabili. La nostra vita affettiva ha da fare il suo corso, presto e bene, certamente con sale in zucca, ma senza aspettare risposte che chissà quando arriveranno. Sappiamo infatti che al di sopra di ogni norma contenuta nel catechismo, non può esserci che il rapporto tra me e Dio, tra quello che mi dice la coscienza sul come agire, specchiata nella frase “sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra” che a volte può metterci in crisi, altre volte può essere liberatoria.
E’ come aspettare di essere perfetti prima di amare Gesù! Quando Lui invece nella famosa preghiera ci dice “…se aspetti di essere perfetto non mi amerai mai!. Amami così come sei“.
E’ come sentire una carica positiva interiore che ti spinge a donare tenerezza ad un anziano in una casa di riposo.
Lo puoi fare certamente parlando con la bocca, e questo sarebbe l’agire comune, ma se insieme alla parola usi la mano per accarezzargli il viso? Può essere sconvolgente vivere questo passo in più! Può farci capire quanto bisogno lui abbia di noi e noi di lui, tanta è la carica che ci ritorna moltiplicata per mille. Sul momento non ci pensi, ma quando poi ci ragioni, scopri che la tua coscienza ha prodotto un risultato, vissuto in chiave Cristiana, che pur non sapendo qual’era la volontà di Dio in quel momento, è certo e sicuro che tale gesto non va CONTRO la Sua volontà. Provare per credere ! (ovviamente lo stesso discorso vale per tutte le situazioni di disagio alle quali possiamo dare un aiuto).
Analogamente credo che nei rapporti di coppia, ci siano momenti così profondi e… concreti (se vissuti come dono totale di sè al partner e certamente sapendo chi siamo e quali sono i nostri valori cristiani) che non possono (più) dipendere da norme che hanno fatto il loro tempo e che vanno quanto meno adattate al vivere attuale:
– visto il foltissimo numero di fedeli omossessuali,
– il sempre maggior numero di preti di “frontiera” che vogliono concretamente porsi al nostro fianco,
– e, dulcis in fundo, le parole di Benedetto XVI sul rapporto “coscienza e osservanza del catechismo” scritte in questa lettera.
In tutta sincerità, la mia speranza (penso comune a tanti di noi) una volta trovato il moroso giusto, sarebbe quello di camminare lungo i viali della mia città e gioire nel vedere una coppia di giovani fidanzati etero, così anche per quelli sposati da un pò, che sorridono tenendosi per mano, e dire loro un bel: “buongiorno e buona passeggiata” sentendoli fare lo stesso nei confronti miei e del mio compagno, guarda caso, anche noi stretti mano nella mano e, cosa più importante, sentendoci FINALMENTE figli dello stesso Creatore che ci ama alla follia senza alcuna distinzione. Vista l’ora, un pò di tenerezza non fa male.