Sono là distesi lungo le strade conquistate,
lungo le strade del disastro,
Come snelli pioppi, statue cupe di dèi
drappeggiati nei lunghi martelli d’oro,
I prigionieri senegalesi tenebrosamente coricati sulla Terra di Francia.
Ma invano fu stroncato il riso tuo,
il fiore più nero della tua carne,
Tu sei il fiore della bellezza prima,
in tutto questo vuoto deserto di fiori,
Sei fiore nero dal sorriso grave,
diamante d’un’epoca perduta.
Voi siete il limo e il plasma della primavera virente del mondo
La carne siete della coppia primigenia,
il ventre fecondo, il seme
E la foresta irriducibile, vittoriosa di fuoco e folgore.
Il canto vasto del sangue vostro vincerà macchine e cannoni
La vostra parola palpitante, i sofismi e le menzogne
Senz’odio voi che ignorate l’odio,
senza astuzia voi che ignorate l’astuzia.
O martiri neri, razza immortale,
lasciate che dica parole che perdonano.
(Léopold Sédar Senghor)