mercoledì, Novembre 20, 2024

Xi Jinping l’ultimo imperatore. Verso modifica della Costituzione con stop al limite dei 2 mandati

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

È probabilmente l’uomo più potente al mondo e vuole continuare ad esserlo. Xi Jinping potrebbe restare alla presidenza della Cina anche dopo il secondo quinquennio che dovrebbe partire a marzo con l’elezione da parte dell’Assemblea nazionale del popolo. 

Il Comitato centrale del Partito comunista cinese ha proposto di rimuovere dalla Costituzione l’espressione secondo cui il presidente e il vice presidente della Repubblica Popolare cinese “possono servire per non più di due mandati consecutivi”, secondo quanto riporta l’agenzia Nuova Cina sulle modifiche costituzionali in agenda della sessione parlamentare.

Fin dalla sua elezione Xi ha affermato ripetutamente la supremazia del Partito Comunista, ma la sua guida è stata molto personalistica. È stata coniata l’espressione “Sogno Cinese” per descrivere il piano generale del leader per il futuro della Cina, un’espressione che è diventata slogan politico del leader. Lo scorso settembre i media di stato cinesi hanno annunciato la decisione del Comitato centrale del Pcc di inserire nella Costituzione cinese “il pensiero di Xi Jinping”, la sua filosofia politica che lega marxismo-leninismo, maoismo e teorie di Deng.

Il Comitato centrale ha suggerito anche di inserire il riferimento sulla “costruzione di una comunità con un futuro condiviso per umanità”, altra teoria “forte” del presidente. Nel complesso, ci sono da aggiungere “i valori centrali del socialismo”, oltre che la definizione del ruolo primario del Partito. “La leadership del Pcc definisce la peculiarità del socialismo con caratteristiche cinesi”, riferisce la Nuova Cina. Tra le altre riforme alla Carta fondamentale figurano il meccanismo di “giuramento di lealtà” in base alla quale tutti i funzionari statali devono prestare un giuramento pubblico alla Costituzione al momento della presa delle proprie funzioni. In quest’ottica, la Commissione di supervisione, l’anticorruzione statale, si appresta a diventare un organo primario dello Stato previsto dalla Costituzione.
(Huffingtonpost, 25/02/2018)

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