martedì, Novembre 19, 2024

La comunione nelle mani? Come preferisce il fedele. Papa Francesco “risponde” al card. Sarah

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).
CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. L’importante non è come si riceve l’ostia, in bocca, in ginocchio, in piedi, nelle mani, l’importante è accostarsi all’eucarestia. Questo ha detto papa Francesco all’udienza generale di oggi, mercoledì 21 marzo, indirettamente rispondendo al card. Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, secondo il quale «La comunione nelle mani del fedele è un attacco diabolico all’Eucarestia».
Il papa si è espresso con semplicità e pacatezza: «Secondo la prassi ecclesiale, il fedele si accosta normalmente all’Eucaristia in forma processionale, come abbiamo detto, e si comunica in piedi con devozione, oppure in ginocchio, come stabilito dalla Conferenza Episcopale, ricevendo il sacramento in bocca o, dove è permesso, sulla mano, come preferisce».
«Dopo la Comunione  a custodire in cuore il dono ricevuto – ha aggiunto per rilevare l’importanza anche del raccoglimento rispetto a rigidità formali – ci aiuta il silenzio, la preghiera silenziosa. Allungare un po’ quel momento di silenzio, parlando con Gesù nel cuore ci aiuta tanto, come pure cantare un salmo o un inno di lode che ci aiuti a essere con il Signore».
(Eletta Cucuzza, Adista, 21/03/2018)

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