venerdì, Novembre 15, 2024

Gaza, guerriglia al confine. L’esercito israeliano spara: morti 15 palestinesi, 1400 feriti. Abu Mazen: “Lutto per i martiri”

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Proprio ieri abbiamo celebrato la Via crucis, ricordando la passione di Gesù e il calvario del popolo palestinese, guidati dai testi prposi da don Nandino Capovilla: Via crucis in Terra Santa. Dalla croce alla pace.

E oggi arrivano notizie di nuovi scontri, nuove vittime, altra distruzione, di un popolo perseguitato in casa propria… e forse la cosa più tragica è che, ormai, rischiamo di farci l’abitudine!
don Paolo Zambaldi  

 
Migliaia di persone manifestano lungo la barriera per celebrare lo sciopero generale del 30 marzo del 1976. Secondo l’esercito dello Stato ebraico, “bruciano pneumatici, lanciano bombe molotov e pietre contro la barriera”. I militari rispondono “con misure di dispersione dei disordini e sparando verso i principali istigatori”: schierati oltre cento cecchini. Il presidente palestinese ha deciso per domani un “giorno di lutto nazionale” 

Lanci di pietre e molotov a cui i militari rispondono con gli spari dei cecchini: da manifestazione si è trasformata in guerriglia la “Marcia per il Ritorno” voluta da Hamas in occasione del Land Day. Il numero dei morti e dei feriti è aumentato di ora in ora. Secondo le ultime notizie, riferite questa volta direttamente dal ministero della Sanità di Gaza, sono 15 i manifestanti palestinesi uccisi negli scontri con l’esercito israeliano al confine, tra cui anche un 16enne. La stessa fonte, confermando quanto riportato da più media locali, parla anche di “oltre 1400 feriti“, secondo gli ultimi aggiornamenti. Il Land Day – che coincide con l’avvio della Pasqua ebraica – celebra ogni anno lo sciopero generale e le marce organizzate il 30 marzo del 1976 in protesta per l’esproprio di terre per motivi di sicurezza da parte di Israele. Il presidente palestinese Abu Mazen ha deciso per domani un “giorno di lutto nazionale” per i morti di oggi. “Martiri“, li definisce, “in difesa dei loro legittimi diritti nella creazione di uno stato palestinese indipendente con capitale Gerusalemme Est, in difesa dei luoghi sacri islamici e cristiani – ha detto citato dalla Wafa – e del loro diritto di tornare alle loro case e alla loro terra dalla quale sono stati espulsi“.
L’esercito israeliano ha stimato che “circa 20mila palestinesi” stanno manifestando “in cinque luoghi lungo la barriera” di separazione della Striscia di Gaza con Israele, “bruciando pneumatici, lanciando bombe molotov e pietre contro la barriera”. Le forze armate israeliane hanno risposto “con misure di dispersione dei disordini e sparando verso i principali istigatori”. Secondo i media, l’esercito ha schierato fra le sue forze oltre cento cecchini. Il gruppo arabo-israeliano per i diritti umani Adalah ha affermato che “sparare contro i manifestanti di Gaza è illegale” e viola le norme internazionali. I militari hanno fatto sapere di aver fermato un attacco a colpi di arma da fuoco. Una situazione che preoccupa le Nazioni Unite: il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha organizzato un incontro a porte chiuse per discutere la situazione.
 Le vittime – Ronen Manelis, portavoce dell’esercito, ha ammesso a The Jerusalem Post che “in ogni luogo in cui ci sono stati casi di palestinesi che tentavano di attraversare o danneggiare la barriera, le truppe hanno risposto aprendo il fuoco“.”Le munizioni vere sono state usate solo contro coloro che tentavano di danneggiare la recinzione”, ha spiegato. Un palestinese è stato ucciso questa mattina da “colpi di artiglieria israeliani” vicino Khan Yunis nella parte meridionale di Gaza. Lo dicono fonti mediche locali, citate dall’agenzia palestinese Wafa, secondo cui Ahmed Wahid Samour, 27enne agricoltore, è morto dopo essere stato colpito da “schegge di un proiettile di artiglieria sparato da carri armati israeliani”.
Un secondo manifestante è rimasto ucciso invece, secondo quanto riferiscono i media di Gaza, negli scontri con le forze israeliane. Secondo il Palestinian Information Center si tratta del 25enne Muhammed Najar, che stava manifestando nella zona di Jabaliya, nel nord della Striscia, dove a Beit Hanun i colpi di artiglieria hanno ucciso altre due persone. Amin Mahmoud Muammar, 35 anni, è morto invece negli scontri a Rafah. Una tra le ultime vittime era stata invece ferita questa mattina nei primi scontri ed è deceduta in ospedale. Tra i morti c’è anche un 16enne, Ahmad Ibrahim Odeh
La manifestazione – Il ministero della sanità di Gaza, citato dall’agenzia palestinese Maan, parla di almeno mille persone ferite, alcune colpite da proiettili e la maggior parte per effetto dell’inalazione dei gas lacrimogeni. Gli scontri sono cominciati dopo che giovedì i palestinesi hanno cominciato ad erigere le prime tende lungo il confine con Israele in vista della “Marcia per il ritorno” cominciata oggi nell’ambito della protesta, di sei settimane, per il Land day. Lo riferiscono media locali, secondo cui il grosso dei manifestanti si è aggiunto alla protesta dopo la fine delle preghiere del venerdì nelle Moschee.
“Quarantadue anni dopo – aveva detto Hanan Ashrawi dell’Olp dopo aver rivendicato il valore dell’iniziativa – i palestinesi in tutta la Palestina storica continuano a sopportare distruzione, spostamenti e disumanizzazione per mano di un governo di estrema destra ed estremista israeliano. Restiamo impegnati in un attivismo popolare, non violento e politico, in sforzi legali e diplomatici e continueremo la lotta per la nostra libertà, diritti e dignità”.
I tiratori scelti – Secondo l’esercito, migliaia di palestinesi sono in “sommossa in più luoghi lungo la Striscia di Gaza”. Hamas “mette in pericolo le vite dei civili e le usa a fini terroristici, è responsabile dei disordini violenti e di tutto quello che avviene sotto i suoi auspici”, dichiarano i militari israeliani. Nel pomeriggio hanno dichiarato di aver sventato “un tentativo di attacco a colpi di arma da fuoco da una parte di una cellula del terrore” nel nord della Striscia. Dopo aver risposto all’azione dei due, artiglieria e aviazione israeliana “ne hanno colpiti altri tre nei pressi di siti del terrore di Hamas”. “Il serio attacco – ha proseguito l’esercito – è una ulteriore prova che le organizzazioni terroristiche nella Striscia usano i violenti incidenti in modo da camuffare il terrorismo”.
L’esercito israeliano ha fatto sapere che “due dei palestinesi uccisi erano membri dell’unità d’elite di Hamas, Nukhba“. “Tutti i morti erano attivisti del terrore tra i 18 e i 30 anni di età“, secondo i militari”. “Siamo pronti ad ogni scenario” ha commentato un ufficiale, secondo cui la protesta lungo il confine non è destinata a esaurirsi in breve. Il ministro della difesa Avigdor Lieberman ha avvisato in arabo, sul suo profilo Twitter, che “ogni palestinese che da Gaza si avvicina alla barriera di sicurezza con Israele metterà la propria vita a rischio“.
Le accuse – Le forze armate israeliane hanno riferito che “una bambina palestinese di 7 anni è stata mandata da Hamas alla barriera, di fronte ai soldati dell’esercito di Israele”. I militari al confine hanno raccontato di “avere immediatamente capito che si trattava di una bambina e garantito che tornasse sana e salva dai genitori”. L’esercito ha poi accusato, sul suo account Twitter, “l’organizzazione terroristica Hamas di usare donne e bambini in modo cinico, mandandoli alla barriera e mettendo a rischio le loro vite”. Saeb Erekat, capo negoziatore dell’Autorità nazionale palestinese e segretario generale dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), chiede invece alla comunità internazionale di “assumersi le sue responsabilità e ritenere Israele responsabile per la violazione dei diritti umani dei palestinesi”. “Il governo israeliano prepara il terreno per attacchi contro i civili palestinesi disarmati“, afferma Erekat in una nota.
Cisgiordania – Scontri anche in diverse zone della Cisgiordania, dove altri manifestanti palestinesi sono rimasti feriti in scontri con le forze di sicurezza israeliane. “Fuori dall’insediamento di Beit El vicino alla città di Ramallah, due palestinesi sono stati feriti da proiettili di gomma mentre altri sette hanno avuto difficoltà respiratorie per un uso eccessivo di gas lacrimogeni”, si legge in un comunicato della Mezzaluna Rossa palestinese. “Inoltre nella città vecchia di Hebron sono esplosi violenti scontri tra i giovani palestinesi e le truppe israeliane nei quali almeno due manifestanti sono rimasti feriti da proiettili di gomma”, riporta la nota.

(Il Fatto Quotidiano, 30 marzo 2018)

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