ROMA-ADISTA. L’agenzia Notizie Evangeliche (Nev) informa che «il nuovo sito internet www.egliseverte.org dedicato alle “chiese verdi” di Francia è stato lanciato in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (SPUC). Si tratta di un progetto ecumenico per la riconversione e certificazione ambientale delle comunità di fede e dei luoghi di culto, nato in risposta alla conferenza sul clima COP21 tenutasi nel 2015 a Parigi e, da parte cattolica, sull’onda di quella “ecologia integrale” indicata da papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’.
Sul nuovo sito si possono trovare notizie, approfondimenti, video, schede, risorse e strumenti per esplorare e migliorare le proprie pratiche sul sentiero della “conversione ecologica”. Qui le chiese locali, parrocchie, monasteri ecc. possono richiedere di certificare il loro impegno per la tutela dell’ambiente richiedendo l’etichetta “Église verte” (chiesa verde) compilando un modulo online con delle domande per un’”eco-diagnosi”: c’è consapevolezza del rispetto della creazione nelle lezioni di catechismo? L’elettricità che alimenta il tempio proviene in parte da energie rinnovabili? La segreteria parrocchiale ha ridotto l’uso della carta? I livelli di certificazione, in base agli indicatori e alle attività concrete intraprese, sono cinque e prendono il nome da piante bibliche: granello di senape, giglio dei campi, vite, fico, cedro del Libano.
L’iniziativa è sostenuta fra gli altri dal Consiglio delle chiese cristiane in Francia (CÉCEF), organismo che raggruppa le principali chiese cattoliche, ortodosse, protestanti e anglicane, con l’Alleanza Evangelica in qualità di osservatore; dall’Assemblea dei vescovi ortodossi in Francia; dalla Conferenza episcopale cattolica romana; dalla Federazione protestante di Francia.
In Italia è attivo il sistema “Gallo verde”; nato in Germania nel 2001 con il nome “Grüner Gockel” è un progetto di gestione ambientale specifico per le realtà ecclesiastiche che ha visto l’adesione di numerose chiese protestanti, cattoliche e ortodosse in diversi stati europei e in Svizzera».
(Redazione, Adista, 01/02/2018)