BOLOGNA-ADISTA. 50 anni dopo la fine del suo incarico pastorale di vescovo di Bologna, il card. Giacomo Lercaro, figura che ha segnato la Chiesa italiana, la Chiesa universale, la politica e la società civile, «è stato silenziosamente dimenticato da molti».
Per questo motivo, la società di produzione cinematografica indipendente Lab Film e il regista Lorenzo K. Stanzani (già autore di un documentario su Giuseppe Dossetti), con il patrocinio del Comune di Bologna, della Chiesa di Bologna, il contributo della Regione Emilia Romagna, della Fondazione Lercaro, della Cineteca di Bologna, della Fondazione Carisbo, dell’Unipol e di Marchesini Group, hanno deciso di realizzare un documentario dal titolo “Secondo lo Spirito” (che verrà trasmesso su Tv2000) proprio su Lercaro e sulle sue “P”, citate anche da papa Francesco durante la sua visita a Bologna dello scorso ottobre.
A spiegarne il significato è la stessa casa di produzione, che invita a contribuire finanziariamente all’iniziativa con una campagna di crowdfunding, che consenta di portarla a compimento: «P di Parola, in quanto fu capofila della riforma liturgica; P di Pane, quello celeste, da condividere sull’altare, e quello terreno che egli ha sempre condiviso con i bisognosi fino a ospitarne centinaia nella sua arcidiocesi e con cui ha convissuto tutta la vita; P di Povertà perché, com’egli disse al Concilio “la Chiesa è soprattutto dei poveri e dev’essere povera, anche di potere”; P di Pace, che Lercaro imparò a perseguire come bene supremo nel dialogo con tutti, persino con i comunisti, che pure aveva duramente avversato fino a qualche anno prima».
Quella di Lercaro fu una «parabola ricca di tutte le complessità del ‘900» ed è per questo motivo che Film Lab, dopo un anno di ricerche, intende andare oltre il semplice documentario per realizzare una versione Home video in cui inserire l’abbondantissimo materiale inedito scoperto, approfondendo temi come la partecipazione di Lercaro al Concilio, il rapporto del cardinale con i ragazzi della sua famiglia e con i comunisti bolognesi, grazie a documenti e interviste inedite ai protagonisti dell’epoca – il sindaco Guido Fanti, l’intellettuale Gigi Pedrazzi, e l’organizzatore dei “frati volanti” Padre Toschi, testimoni di primo piano ora scomparsi).
(Ludovica Eugenio, Adista, 07/01/2018)