lunedì, Novembre 18, 2024

Com’è essere giovani, gay e cattolici in Italia

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

La comunità italiana di fedeli LGBTQ non si vuole più nascondere

Questo articolo è stato pubblicato originariamente sul nuovo numero di VICE Magazine, completamente dedicato all’attivismo oggi.

Il rapporto tra Chiesa e sessualità è complesso, e a farne le spese sono soprattutto i membri della comunità LGBTQ+ italiana. Secondo il catechismo, gli “atti di omosessualità” non sarebbero “il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale” e “in nessun caso possono essere approvati.” E questo ha una grande influenza anche sulla società “laica”: le Unioni civili sono diventate legge solo il 20 maggio 2016 dietro incessante pressione europea. Per tutelare chi non vuole rinunciare né alla propria identità né alla propria fede sono nate varie associazioni. Una di queste è Kairos, realtà fiorentina dove abbiamo conosciuto Iacopo Ialenti, 22 anni, che ci ha raccontato com’è essere giovani, cattolici e omosessuali in Italia oggi.

VICE: Quando ti sei unito a Kairos?
Iacopo Ialenti:
Ormai due anni e mezzo fa, quando scappai a Firenze per studiare dopo aver fatto coming out. I miei genitori la presero malissimo: mio padre mi disse che era meglio avere un figlio disabile che me, per mia madre ero “un’aberrazione della natura”, mio fratello disse che mi avrebbe picchiato se avessi fatto il gay. Ma prima ancora è difficile fare coming out con te stesso, per un cristiano: devi affrontare una certa omofobia interiorizzata che ti rende un giudice terribile. E poi c’è la legge divina, che quando ti danno del contronatura—e molte altre cose che mi hanno detto ma fortunatamente ho dimenticato [ ride]—ti sembra così oppressiva.

E poi cosa è successo?
Un giorno mia madre è venuta a trovarmi a Firenze, e l’ho portata a una lectio divina. Quando siamo tornati a casa le ho detto, “Mamma erano tutti gay.” E lei è sbiancata, ma da quell’episodio sono cambiati. Mio padre si è anche messo a cercarmi marito.

L’omofobia e l’arretratezza in Italia quanto dipendono dalla società, e quanto dalla Chiesa?
Settanta percento dalla Chiesa. Ma purtroppo l’Italia dovrebbe essere uno stato laico e non lo è—e lo dice uno che segue, seppur a suo modo, la Chiesa. Ecco, invito tutte le persone cattoliche che non vedono l’ora di bruciare al rogo il diverso a leggere la Bibbia, come ho fatto io quando mi prodigavo per capire quanto fossi sbagliato. E mi sono reso conto che la risposta è: zero.

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