“Il tempo dell’Avvento è il tempo del desiderio. Il desiderio sempre alimentato e mai appagato, che ci fa progredire nella gioia di andare incontro a Colui che non smettiamo di cercare.
Là dove c’è un desiderio, c’è un cammino. Non è l’attesa inquieta per un treno che non arriva. Né l’attesa angosciosa per una persona cara la cui vita è in pericolo. Né l’attesa illusoria di quelli che vivono per un passato scomparso per sempre. E’ l’attesa gioiosa dei genitori che si preparano alla nascita del loro bambino. E’ l’attesa delle sentinelle rispetto all’alba. Esse sanno che la notte, per lunga che sia, lascerà il posto alla luce del giorno. E’ l’attesa degli amanti della vita. Sono pronti ad accogliere. Essere vivo è essere accogliente. Accoglienza di ciò che sta per venire, di ciò che può arrivare, dell’inatteso, del nuovo. Entrano nell’avventura della vita.
Ma ci sono i delusi della vita che non attendono più niente da lei. Non attendono più niente da se stessi, né dagli altri, né da Dio, né dalla chiesa, né dalla società. Potremmo dire che la loro vita si è fermata, che sono già entrati nella morte.”
(J. Gaillot , P. de Locht , A. Gombault, Un catechismo per la libertà, La Meridiana, pag 44).