“(…) Accantonando le stranezze della parabola, occorre cercarne l’insegnamento che, al di là del racconto, Matteo vuole trasmettere alle prime comunità cristiane e a noi.
Il Regno dei Cieli, la proposta di società-altra la cui realizzazione Gesù affida ai suoi discepoli di ogni tempo, non è per gli irresponsabili: i discepoli devono essere semplici non ingenui; poveri, non sprovveduti; umili, non fessi… Non basta possedere le lampade, occorre l’olio che le alimenta: se si dà importanza al contenitore più che al contenuto, alla forma più che alla sostanza, alle parole più che ai fatti, non si contribuirà alla costruzione, semmai alla demolizione di ciò che del Regno si è già edificato. Infatti, la metà delle vergini mette in campo la stessa stoltezza di chi, in un’altra parabola, costruisce la propria casa sulla sabbia.
Mentre le compagne che fanno la cosa più ovvia, prendono cioè lampade e olio, sono sagge come chi la costruisce sulla roccia, e non teme le forze della natura: ascolta la Parola e la trasforma in gesti di carità (Mt 7, 24-27): «Com’è bello pensare che si è annunciatori di Gesù non solamente a parole, ma con i fatti e con la testimonianza della vita! Gesù non vuole discepoli capaci solo di ripetere formule imparate a memoria. Vuole testimoni: persone che propagano speranza con il loro modo di accogliere, di sorridere, di amare» (papa Francesco, Udienza Generale del 4 ottobre 2017).”
(don Vitaliano Della Sala, Adista Notizie n° 35 del 14/10/2017)