Lei si schiera dalla parte del gruppo italiano.
«Siccome non mi piace parlare di “sindrome di Stoccolma”, conio la categoria politica della “sindrome di Viola” (assessore provinciale 1994-1999). È iniziata allora la debolezza culturale del gruppo italiano in Alto Adige. Viola dimenticò una regola della politica: non puoi sminuire i tuoi, dicendogli in continuazione che non capiscono, che sbagliano. È nato così il “buon italiano”, una categoria diabolica. È ora che gli italiani e la Svp lo capiscano».
Chi è il buon italiano?
«Chi  sta con la Svp, chi accetta la regola, malefica  appunto, che bolla  come “fascista” qualsiasi rivendicazione portata avanti dagli italiani. È  da fascisti parlare di toponomastica, rivendicare qualcosa più di una  vicepresidenza, parlare di disagio, chiedere che ogni tanto sulle norme  di attuazione non vinca solo la Svp. Faccio il “traditore” del mio  gruppo linguistico perché me lo posso permettere, mentre gli italiani  sono bloccati in questa depressione dei “buoni italiani”. Il Pd, alleato  della Svp, lascia la rivendicazione di certi temi alla destra e  automaticamente li condanna al silenzio. Se certe cose vengono dette  dalla Biancofiore, sono sbagliate per forza, anche quando ha ragione….  È  tempo di interrompere questa giostra. Dopo anni di norme di  attuazione su misura della Svp, gli italiani devono ottenere qualcosa.  Altrimenti salterà il sistema. Se non risolveremo noi il problema,  l’intervento arriverà dall’esterno».
  
Da parte di chi?
«Dallo Stato. È ingenuo pensare che si possa andare avanti così all’infinito. La Regione è sull’orlo dell’inconsistenza, la proporzionale finirà per schiacciare del tutto il gruppo italiano. Il sociologo Sabino Acquaviva aveva capito già quarant’anni fa che la proporzionale solo apparentemente difende il gruppo più debole».
Lei dice che lo Stato prima o poi reagirà. Ma la Svp vanta rapporti idilliaci con il governo, questo e i precedenti.
«Gli italiani dell’Alto Adige sono stati sacrificati per il pacchetto di voti della Svp. Il Pd locale non ha alcun potere, rispetto alle dinamiche tra Svp e Pd nazionale. Ma, ripeto, è un azzardo scommettere che andrà avanti così in eterno».
A proposito di autolesionismo, gli italiani hanno congelato per anni i loro voti nella destra nazionalista, che diceva “non imparate il tedesco, qui siamo in Italia”.
«Verissimo. Sono stati commessi errori enormi. Ma da dieci anni la destra è nell’angolo. La politica è portata avanti dal centrosinistra. Gli elettori capiscono la logica degli alleati “scelti” dalla Svp e disertano le urne, oppure vota direttamente un politico come Durnwalder».
Alternative alla depressione di gruppo?
«Resistere  al richiamo fatale del buon italiano, lo dico anche a Verdi e sinistra.  E alzare la testa. La norma di attuazione sulla
 toponomastica è un banco di prova. Fa bene Bizzo a resistere. In una  situazione  di autonomia integrale, gli italiani hanno il diritto di  vedersi riconosciuti come minoranza.  Questo status non può essere  appannaggio solo dei sudtirolesi»
