martedì, Novembre 19, 2024

I principi dell’ecologia profonda

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).
(…). L’Ecologia Profonda (Deep Ecology) è un concetto filosofico in base a cui tutti gli elementi vivi della natura devono essere rispettati, così come deve essere garantito l’equilibrio della biosfera. Il termine è sorto quando, nel 1972, è stato pubblicato l’articolo “The shallow and the deep, long range ecology movement. A summary” (“Il superficiale e il profondo, un movimento ecologista ad ampio spettro”, ndr) del filosofo e ambientalista norvegese Arne Naess (1912-2009), il quale ha operato una distinzione tra ecologia superficiale (caratterizzata da una tendenza antropocentrica ed egocentrica) ed ecologia profonda (non antropocentrica, ma ecocentrica). Il movimento dell’ecologia superficiale si limita al tentativo di minimizzare i problemi ambientali e di garantire l’arricchimento delle successive generazioni umane (al costo dell’impoverimento della natura), mentre l’ecologia profonda va alla radice dei problemi ambientali e difende i diritti dell’intera comunità biotica.

Nella definizione del fisico, ambientalista e scrittore Fritjof Capra, «l’ecologia superficiale è antropocentrica, o centrata sull’essere umano. Vede l’essere umano al di sopra della natura o fuori di essa, come fonte di tutti i valori, e attribuisce alla natura solo un valore strumentale, o di “uso”. L’ecologia profonda non separa gli esseri umani – o qualunque altra cosa – dall’ambiente naturale, guardando al mondo non come a un insieme di oggetti isolati, ma come una rete di fenomeni profondamente interconnessi e interdipendenti. L’ecologia profonda riconosce il valore intrinseco di tutti gli esseri viventi e concepisce gli esseri umani solo come un filo particolare nella tela della vita».

Nel 1984, Arne Næss e George Sessions pubblicarono il testo “Basic Principles of Deep Ecology” (Principi di base dell’Ecologia Profonda) enumerando gli otto principi della piattaforma dell’Ecologia Profonda, qui di seguito riportati. Tali principi si accordano al pensiero di Henry Thoreau (1817-1862) e risultano sempre più attuali dinanzi alla minaccia, via via crescente nell’Antropocene, della sesta estinzione di massa della vita sulla Terra.

Non per niente, tra le principali minacce alla vita, si registrano quelle della perdita di biodiversità e dei cambiamenti climatici provocati dal riscaldamenro globale. L’Accordo di Parigi offriva una risposta timida, ma corretta, rispetto alla necessità di mitigare le emissioni di gas a effetto serra. Ma la rottura unilaterale operata da Donald Trump, con l’uscita oscurantista degli Stati Uniti da un trattato internazionale la cui approvazione aveva richiesto anni, mostra quanto sia difficile perseguire una relazione minimamente armoniosa tra la civiltà e l’ambiente. In nome della crescita economica e della generazione di lavoro (sporco), il presidente degli Stati Uniti, gettando all’aria la governance internazionale, procede ad accelerare il ritmo di distruzione della natura, forzando la marcia verso il precipizio della civiltà e l’ecocidio.

È la società che dipende dalla natura, non il contrario. L’essere umano non può continuare ad agire come un parassita che uccide il suo ospite distruggendo gli ecosistemi.

E certo non mancano gli studi e gli allarmi rispetto alla crisi ecologica in corso.

In tal modo, è più che mai necessario riaffermare gli insegnamenti dell’Ecologia Profonda con i suoi 8 principi per cambiare il mondo, scritti da Arne Næss e George Sessions:

1. Il benessere e la fioritura della vita umana e non umana sulla terra hanno valore in sé (un valore intrinseco, inerente). Tale valore è indipendente dall’utilità del mondo non-umano per gli obiettivi umani.

2. La ricchezza e la diversità delle forme di vita contribuiscono al rispetto di tale valore e sono valori in se stessi.

3. Gli esseri umani non hanno alcun diritto di ridurre tale ricchezza e diversità se non per soddisfare necessità umane vitali.

4. La prosperità della vita umana e delle sue culture è compatibile con una sostanziale decrescita della popolazione umana. La fioritura della vita non-umana esige tale riduzione.

5. L’attuale interferenza umana nel mondo non-umano risulta eccessiva e la situazione sta peggiorando in maniera accelerata.

6. In base ai principi esposti, le politiche devono essere riviste. I cambiamenti politici devono investire le strutture essenziali dell’economia, della tecnologia e dell’ideologia. La situazione che risulterà da tali mutamenti sarà profondamente diversa dall’attuale.

7. Il cambiamento ideologico avverrà, soprattutto, rispetto alla considerazione della qualità della vita (mantenersi in condizioni di valore intrinseco), anziché perseguire standard di vita più elevati. Vi sarà una consapevolezza profonda della differenza tra ciò che è grande (quantità) e ciò che è importante (qualità).

8. Coloro che sottoscrivono i principi esposti hanno l’obbligo di cercare di realizzare, direttamente o indirettamente, i cambiamenti necessari
(Eustáquio Diniz Alves, Adista Documenti n° 26 del 15/07/2017)
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